Un recupero nell’Irlanda del Nord
sistema telaio in legno lamellare
progetto architettonico 2020 Architects, Ballymoney Co. Antrim (UK)
ubicazione Portrush (UK)
progetto architettonico 2020 Architects, Ballymoney Co. Antrim (UK)
ubicazione Portrush (UK)
Un ampliamento in Australia
sistema telaio
progetto architettonico Ola Architecture Studio, Melbourne (AU)
ubicazione Melbourne (AU)
progetto architettonico Ola Architecture Studio, Melbourne (AU)
ubicazione Melbourne (AU)
Un campus in Finlandia
sistema Log House + elementi X-lam
progetto architettonico Lukkaironen Architects
ubicazione Pudasjärvi (FI)
progetto architettonico Lukkaironen Architects
ubicazione Pudasjärvi (FI)
Padiglione d’entrata di uno zoo in Svizzera
sistema telaio in legno massiccio
progetto architettonico LOCALARCHITECTURE, Losanna (CH)
ubicazione Le Vaud (CH)
progetto architettonico LOCALARCHITECTURE, Losanna (CH)
ubicazione Le Vaud (CH)
Un centro visite in Svezia
sistema telaio
progetto architettonico Christofer Ödmark - Tengbom, Göteborg (S)
ubicazione Kungälv (S)
progetto architettonico Christofer Ödmark - Tengbom, Göteborg (S)
ubicazione Kungälv (S)
La casa degli elefanti dello Zoo di Zurigo
redazione
È un edificio inusuale quello che ospita da giugno 2014 gli elefanti dello Zoo di Zurigo, all’interno del parco dal nome esotico di “Kaeng Krachan” a loro dedicato, tailandese come i suoi abitanti dalla lunga proboscide. Ciò che maggiormente caratterizza l’edificio è la sua copertura a calotta appiattita da più di 6000 m2 di superficie, con luci fino a 85 m, e realizzata con pannelli multistrato in legno, collegati tra di loro con quasi mezzo milione di elementi metallici; le numerose e irregolari aperture sono state ritagliate in un momento successivo. Per i committenti – lo Zoo di Zurigo – era importante che l’edificio si inserisse nell’ambiente boschivo circostante nel modo più naturale possibile, organizzando al contempo i diversi spazi nonché i vari percorsi dei visitatori in modo funzionale. Il concorso, organizzato allo scopo nel 2008, è stato vinto dall’architetto zurighese Markus Schietsch assieme all’architetto del paesaggio Lorenz Eugster. Lo studio di Markus Schietsch ha seguito la realizzazione del progetto assieme agli ingegneri dello studio Walt+Galmarini AG di Zurigo.
È un edificio inusuale quello che ospita da giugno 2014 gli elefanti dello Zoo di Zurigo, all’interno del parco dal nome esotico di “Kaeng Krachan” a loro dedicato, tailandese come i suoi abitanti dalla lunga proboscide. Ciò che maggiormente caratterizza l’edificio è la sua copertura a calotta appiattita da più di 6000 m2 di superficie, con luci fino a 85 m, e realizzata con pannelli multistrato in legno, collegati tra di loro con quasi mezzo milione di elementi metallici; le numerose e irregolari aperture sono state ritagliate in un momento successivo. Per i committenti – lo Zoo di Zurigo – era importante che l’edificio si inserisse nell’ambiente boschivo circostante nel modo più naturale possibile, organizzando al contempo i diversi spazi nonché i vari percorsi dei visitatori in modo funzionale. Il concorso, organizzato allo scopo nel 2008, è stato vinto dall’architetto zurighese Markus Schietsch assieme all’architetto del paesaggio Lorenz Eugster. Lo studio di Markus Schietsch ha seguito la realizzazione del progetto assieme agli ingegneri dello studio Walt+Galmarini AG di Zurigo.
Un tetto in legno per il calcio
redazione
Il nuovo centro calcistico di Montréal, nella zona di riqualificazione urbana del Miron Quarry, dispone di due campi da calcio, uno esterno e uno interno, frutto del progetto vincitore del concorso indetto dalla città canadese e vinto dagli studi di architettura di Saucier+Perrotte e HCMA architects. La copertura del campo interno è concepita come uno strato minerale che richiama la geologia del sito. Un tetto continuo che inizia, a sbalzo, sulla zona d’entrata, copre il campo interno e finisce piegandosi e stendendosi fino a diventare tribune per gli spettatori del campo esterno. Unica nel suo genere, la struttura della copertura in legno lamellare e CLT appare come un intricato reticolo di travi che è il risultato di molti calcoli e prove di laboratorio da parte degli ingegneri di Nordic Structures, la ditta che lo ha realizzato.
Il nuovo centro calcistico di Montréal, nella zona di riqualificazione urbana del Miron Quarry, dispone di due campi da calcio, uno esterno e uno interno, frutto del progetto vincitore del concorso indetto dalla città canadese e vinto dagli studi di architettura di Saucier+Perrotte e HCMA architects. La copertura del campo interno è concepita come uno strato minerale che richiama la geologia del sito. Un tetto continuo che inizia, a sbalzo, sulla zona d’entrata, copre il campo interno e finisce piegandosi e stendendosi fino a diventare tribune per gli spettatori del campo esterno. Unica nel suo genere, la struttura della copertura in legno lamellare e CLT appare come un intricato reticolo di travi che è il risultato di molti calcoli e prove di laboratorio da parte degli ingegneri di Nordic Structures, la ditta che lo ha realizzato.
Biodiversità e legno
redazione
Un progetto strutturalmente impegnativo quello per il Biodiversum della lussemburghese Remerschen, un Centro Visite dedicato alla biodiversità della zona che è stato anche insignito dell’Holzbaupreis Eifel 2016 e del Luxembourg Design Award 2017. Un mix tra museo ed edificio scolastico che si confronta con questioni ecologiche e di conservazione del patrimonio naturale, progettato dallo studio locale VALENTINY hvp architects con il supporto e l’esperienza del prof. Julius Natterer per la realizzazione della complessa struttura lignea portante, che esalta la naturalità del luogo e le infinite possibilità ingegneristiche offerte dal legno. L’edificio, progettato secondo il principio cradle-to-cradle, ha rinunciato a qualsiasi tipo di colla, utilizzando viti sia per i solai Brettstapel sia per la rete autoportante romboidale di lamelle di legno.
Un progetto strutturalmente impegnativo quello per il Biodiversum della lussemburghese Remerschen, un Centro Visite dedicato alla biodiversità della zona che è stato anche insignito dell’Holzbaupreis Eifel 2016 e del Luxembourg Design Award 2017. Un mix tra museo ed edificio scolastico che si confronta con questioni ecologiche e di conservazione del patrimonio naturale, progettato dallo studio locale VALENTINY hvp architects con il supporto e l’esperienza del prof. Julius Natterer per la realizzazione della complessa struttura lignea portante, che esalta la naturalità del luogo e le infinite possibilità ingegneristiche offerte dal legno. L’edificio, progettato secondo il principio cradle-to-cradle, ha rinunciato a qualsiasi tipo di colla, utilizzando viti sia per i solai Brettstapel sia per la rete autoportante romboidale di lamelle di legno.
Una città per il vino
sistema legno lamellare
progetto architettonico Anouk Legendre, Nicolas Desmazières, XTU Architects, Parigi (F)
ubicazione Bordeaux (F)
progetto architettonico Anouk Legendre, Nicolas Desmazières, XTU Architects, Parigi (F)
ubicazione Bordeaux (F)
Legno ad alta velocità
redazione
Il nuovo hub intermodale di Lorient-Bretagne Sud, con la sua massiccia struttura in legno e acciaio, conferisce un aspetto del tutto nuovo all’architettura tipica delle stazioni ferroviarie. Costituito da un terminal passeggeri a sud e da un ponte coperto che attraversa i binari ferroviari verso nord, l’intero complesso finisce per collegare le due parti della città, distinguendosi grazie ai suoi imponenti portali in legno lamellare di abete Douglas, alti 12 metri, che richiamano, nella forma e nel materiale, la tradizione architettonica e navale della città bretone.
Il nuovo hub intermodale di Lorient-Bretagne Sud, con la sua massiccia struttura in legno e acciaio, conferisce un aspetto del tutto nuovo all’architettura tipica delle stazioni ferroviarie. Costituito da un terminal passeggeri a sud e da un ponte coperto che attraversa i binari ferroviari verso nord, l’intero complesso finisce per collegare le due parti della città, distinguendosi grazie ai suoi imponenti portali in legno lamellare di abete Douglas, alti 12 metri, che richiamano, nella forma e nel materiale, la tradizione architettonica e navale della città bretone.